01 giugno 2010

CF


Qualsiasi obiettivo ci poniamo, che sia la scrittura autonoma, che sia l'integrazione con il linguaggio dei segni, che sia l'imparare ad indicare, o a fare un gesto di quotidianità,... sfruttiamo comunque questa benedetta CF che rimane lo strumento con il quale possiamo sia fare progetti che porci obiettivi condivisi.
E' il valore più importante della CF infondo: qualsiasi desiderio, bisogno, obiettivo, possiamo individuarlo e gestirlo proprio con questo strumento. La quotidianità è fatta di mille cose, non solo di comunicazione. E se vogliamo insegnare un'abilità nuova , è attraverso la comunicazione con la CF che possiamo proporre , discutere, aggiustare il tiro.
Qualsiasi obiettivo raggiunto da mia figlia è passato attraverso la CF, che le crea ancora dipendenza da chi le sta vicino, che le crea sentimenti contrastanti, che a volte ha rifiutato o abbandonato per un po', ma che le permette di esprimersi per cambiare la sua vita. Tutto il resto poi prende la strada che deve prendere: un'abilità non si insegna con la CF, si insegna con l'esercizio quotidiano, con strategie per facilitare il compito, con mille espedienti, ma per sapere se stiamo facendo bene, se quello che stiamo insegnando sta iniziando ad avere un senso, se dobbiamo fare un passo indietro perchè non teniamo conto di qualcosa, questo ce lo possono dire direttamente i nostri ragazzi. Verrà il giorno poi che con la loro felicità e autonomia raggiunta ci esprimeranno la soddisfazione di essere riusciti. Ecco , quel giorno forse, la CF non ci servirà, e sarà un gran successo.

5 commenti:

  1. ce lo auguriamo certo che quel giorno arrivi!
    intanto è l'unico modo per qualunque comunicazione "seria" cioè attraverso la quale si tenti di raggiungere un obiettivo successivo o comunque per capire le ragioni di un fatto importante accaduto.
    Racconto l'episodio di ieri: nella notte Stefano ha avuto una crisi epilettica dopo due anni e mezzo di assenza totale di crisi. A parte il fatto che naturalmente questo ci ha sconvolto, visto che davamo ormai quasi per scontato la fine dell'epilessia, ma abbiamo ieri poi "parlato" con lui di cosa era successo, e lui ha scritto che erano giorni che sentiva un male oscuro alla mente che lo faceva star male, gli impediva di controllarsi (e infatti ha avuto diversi episodi di aggressività che non si spiegavano) e che questo male oscuro doveva venire fuori e finalmente era venuto fuori con la crisi epilettica, era quasi sollevato.
    Questo ci ha fatto capire molte cose, ed è servito a lui per sfogare questi pensieri, senza la CF come avremmo fatto?

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  2. oddio Roby. mi dispiace tantissimo. non si può proprio mai sperare che qualcosa fa parte del passato e basta ?.....
    questo ci dice ancora una volta che la CF va usata tutti i giorni. dobbiamo trovare il tempo, e non sempre possiamo pretendere di riuscire a parlare di quello che interessa a noi.
    E ogni giorno che passa mi sento di dire che loro hanno sempre ragione: non ci sono "episodi che non si spiegano" perchè prima o poi la spiegazione c'è sempre. Questo si ricollega un po' al post in cui parlavo di tilt comunicativo: nei momenti in cui stanno male, forse non riescono a scrivere, o gli scritti sono confusi, non ci danno indizi e per loro deve essere frustrante , frustrante è dir poco.
    Insegnare a Stef due segni: uno, mano sulla fronte per il generico mal di testa, quello gestibile, quello che non gli impedisce di controllarsi. Il secondo segno un dito SULLA testa, che vi indica un male più profondo.
    Faccio un altro esempio: Lisa sa usare i due segni : " ho un pensiero, ho un'idea" e "scusa". Li usa ovviamente quando deve usarli, MA ha creato una combinazione dei due quando sente che sta per avere una compulsione.
    Io tentavo di associare i segni "pensiero" e "buttare", nel MIO modo di ragionare: perchè una compulsione è un pensiero di cui ci si deve liberare.
    Lei, che in quel momento sente che arriva e NON riesce a buttarla, ha deciso di associare i segni "ho un pensiero" e "scusa" perchè è un pensiero di cui si pente , dopo, per questo sente di chiedere scusa.
    Inizia coi segni Roby, forse Stef riesce ad usarli proprio nei momenti di tilt comunicativo, quando sta male.
    Parlane con lui prima, digli cosa vorreste insegnargli facendogli usare i segni, e ditegli la verità: che i segni sono la cosa più vicina alle parole dette a voce.

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  3. ne parlo con mia moglie, mi sembra una buona idea. ma Lisa li usa senza che tu faccia la richiesta?

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  4. si, ormai si. e la cosa incredibile è che è riuscita a inventarsi queste associazioni, oppure ha dato "il nome" lei alle persone, con un segno. La ragazza di mio figlio ad esempio spesso strizza gli occhi, io le avevo insegnato il segno generico di "fidanzata" , ma niente, gliel'ha dato lei un nome-segno, simile a quello di "foto" ma con due mani.
    Così è successo per una delle assistenti: io, arida, le ho insegnato il segno per "assistente" + la prima lettera del nome. lei ha risolto tutto facendo il segno di denti, perchè è dentona....
    parlando con la esperta LIS mi ha detto che non devo assolutamente correggere queste cose. sono le invezioni creative che nel mondo dei segni sono tollerate tra chi usa i segni appunto.
    fammi un elenco dei segni che ti possono servire Roby, che ti mando le cartelle da stampare già pronte, (già fatto con più di una persona).

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  5. d'accordo, appena mia moglie torna, domenica

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