Dopo tanti anni di CF, L. ha acquisito una certa sicurezza nel digitare certe parole da sola. E lo fa anche completamente da sola, senza alcun input, e il perché è che le ha perfettamente chiare in testa, le bastano poche lettere digitate per richiamare l’intera parola. A parte... l’uso compulsivo di questa abilità, uso compulsivo che si può ridirezionare, credo vada sfruttata questa capacità utilizzando anche la penna/matita.
Qui abbiamo S. di Roby che scrive da anni con la penna. Quante volte ci siamo detti con Roby del perché non utilizzare la tastiera per dargli maggiore autonomia…..Ma leggo ora , nelle prime pagine del libro di Soma, che lei dovette molto presto integrare la capacità di digitare di Tito con la scrittura con la matita, semplicemente perché più di 30 anni fa chi vedeva Tito scrivere alla tastiera non accettava come “scrivere” il digitare sulla tastiera.
Quindi iniziò molto lentamente ad integrare le due cose, in modo simile a come sto facendo io.
È molto importante partire dal dettato: prima di singole lettere, poi di sillabe, di parole brevi. Quante volte abbiamo letto , ma anche appurato di persona quanto questi nostri ragazzi riescano a comprendere , a recepire il significato di quello che sentono, ma difficilmente riescono a discriminare i singoli suoni che compongono una parola, una frase…..e invece è molto importante esercitarli anche su questo.
È un lavoro molto lento, quotidiano. Prima di tutto Soma ha insegnato a Tito come scrivere tutte le lettere, copiandole.
Poi gli ha proposto parole molto corte come CAT.
Ha iniziato con scelta multipla di due singole lettere con domande tipo: “con quale lettera inizia la parola CAT? Con la C o la B?” Tito indicava la C e Soma gli chiedeva di scrivere sul foglio la C... e così via con le altre lettere. Lavoro quotidiano , costante: in questo modo Tito acquisiva contemporaneamente la capacità di discriminare i singoli suoni, la capacità di indicare nella sequenza giusta le lettere , la capacità di trasferire tutto sul foglio, scrivendo con la matita, facendo sua motoriamente la parola, cosa davvero molto importante. Si parte dalla scelta semplicissima tra due lettere, per poi proporre tastiere ridotte: se stampiamo su un cartoncino, ben distanziate , ad esempio le lettere E R T O N, assicurandoci che il ragazzo le conosca davvero bene una volta che gli chiediamo di indicarle , quante parole può scrivere con queste sole 5 lettere?: TRENO, NO, TRE, TORO, NOTE, TONTO, NERO, ecc……….In questo possono essere utili le ultime pagine del metodo IPM che trovate disponibile da scaricare , dove sono proposte una serie di opzioni per stampare tastiere ridotte. Contemporaneamente ci si esercita scrivendo a penna quello che si indica sulla tastiera.
La parola che scrivi con la penna, con la matita, è più “tua”, così come sono tuoi i segni che segni con le mani, così come sono tue le parole che escono dalla bocca…..
Il secondo passaggio, ma sto parlando di mesi, non di giorni, sarà scrivere sotto dettatura senza prima indicare…….ma per questo c’è tempo.
Sull’importanza dell’alfabetizzazione, cioè sul saper scrivere e leggere, non soltanto capire, recupero un articolo che ho letto mesi fa su Internazionale(11 marzo 2010) e ve lo ricopio………..
26 maggio 2010
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