Come integrare questi due metodi.
Uno degli obiettivi da raggiungere anche con la CF è far si che il ragazzo riesca a guardare la tastiera: solo così... potrà riuscire ad andare avanti nei gradi di facilitazione e raggiungere l'autonomia. Uno dei problemi che si deve affrontare all'inizio infatti è proprio attirare l'attenzione e lo sguardo del ragazzo sulla tastiera. Nel tempo qualcuno riesce anche autonomamente ad indicare da solo singole risposte, nelle domande a scelta multipla ad esempio, digitare singole parole da solo, ecc.....
Il metodo IPM invece parte subito da questo, perchè il problema è si la coordinazione occhio mano, MA è anche assicurarsi che quello che indica il ragazzo è effettivamente quello che vuole indicare. Ed è su questo punto che il metodo IPM io ritengo sia davvero efficace: a volte infatti il ragazzo non è eccessivamente lento nel movimento, anzi a volte è davvero sicuro, se non impulsivo, e noi pensiamo , sbagliando, che la sicurezza e la precisione del movimento rifletta esattamente il volere del ragazzo.
Quello che dobbiamo osservare con attenzione, e monitorare, e correggere se è il caso , è la coordinazione occhio - movimento della mano e dobbiamo farlo NON guardando la tastiera,o peggio ancora lo schermo del computer ma gli occhi del ragazzo perchè spesso guardano da una parte mentre il dito digita un'altra lettera.
Guardare il "prodotto finale" è già tardi: oltre che essere tardi è anche controproducente accorgersi quando le parole sono già scritte che ci sono incongruenze, che ci sono parole "intruse", lettere "intruse": quando ce ne accorgiamo il ragazzo è già stato "vittima" della disconnessione pensiero-sguardo-mano. Diventa frustrante, avvilente.
Un conto è imparare a scrivere correttamente, imparare a correggere gli errori di battitura, ma questo deve avvenire con la connessione di tutte le componenti.
Molto più difficile invece è correggere un errore di disconnessione: sia per noi che facilitiamo, sia per il ragazzo che deve correggere qualcosa che "non gli appartiene"del tutto.
Io sono convinta che sia molto più dispendioso in termini di tempo e non solo, pensare di raggiungere questa abilità con la semplice quotidiana pratica della facilitazione con la CF: perchè con la CF NON possiamo accorgerci tanto facilmente di questa dissociazione sguardo-mano: impercettibilmente, ma a volte in maniera molto evidente, sentiamo che il ragazzo diventa "più dipendente" dalla nostra facilitazione: pensiamo che questo sia a causa di fattori emotivi, di concentrazione, ecc...il che certamente può essere.
Ma se non ci rendiamo conto di quanto sia importante questa coordinazione sguardo-mano, fossilizziamo una serie di comportamenti che mi viene di chiamare "da dipendenza dal facilitatore" che difficilmente poi si possono correggere. E se i ragazzi non riuscissero a diventare autonomi principalmente per questo singolo fattore?
Quello che efficacemente il metodo IPM ci permette di monitorare è proprio la coordinazione sguardo - dito che indica, e con una serie di esercizi , quando serve, ci permette di ricalibrare questa coordinazione quando viene a mancare.
Per fare questo io ritengo che non si debba usare la tastiera del computer, ma soprattutto non ci deve essere lo schermo: molto meglio una semplice tastiera di carta. Nel caso di mia figlia infatti, le lettere che compaiono sullo schermo sono disturbanti in quei momenti, ed è essenziale che abbia un unico "target" su cui concentrarsi, non due: tastiera e schermo.
Cosa ne pensate?
23 maggio 2010
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vediamo di "integrare anche il metodo RPM (rapid prompting method)di Soma Mukhopadhyay, dal quale deriva l'IPM. Mi è arrivato oggi il libro di Soma, devo vedere in cosa si differenzia e cosa ha di positivo oltre alla parola "Rapid"
RispondiEliminaMaria devi perdonarmi, ma prima mi devo leggere il metodo IPM, ho capito che finchè non me lo guardo bene non riesco a seguire in modo completo.
RispondiEliminaStefano rifiuta tuttora di scrivere con la tastiera, mi chiedo comunque una cosa: è importante, nel senso che serve davvero, scrivere con la tastiera? e lo è solo perchè in tal modo potrà farlo più facilmente con chiunque?
Recentemente ho visto Christian che scriveva alla tastiera con la mamma e mi chiedevo se lui scrive anche con altri, probabilmente sì ma me lo puoi confermare Daniela?
Io credo che scrivere con la penna è una risorsa. Sinceramente. Ma è molto più difficile diventare autonomi perchè ci sono meno esperienze in tal senso. Se leggi il 3d qui sopra capirai il perchè bisogna lavorare moltissimo.
RispondiEliminaNon serve la tastiera, serve però che impari ad indicare con sicurezza. Il metodo IPM permette di fare anche conversazioni complesse lavorando con la scelta multipla in autonomia. L'esenziale è che vengano fatte domande intelligenti ( e spesso chi sta vicino ai nostri ragazzi non le fa intelligenti, scusate se lo dico) per mantenere vivo l'interesse a comunicare.
Il libro di Soma forse sarà chiarificatore in tal senso, mi riferisco allo scrivere a penna, dato che Tito scrive con la penna (ma amnche con il comunicatore).